BOLOGNA. Accesso al credito: la sinergia con il sistema bancario, dopo la riforma del Fondo Centrale di Garanzia (entrata in vigore lo scorso 15 marzo), come strada per sviluppare l’accesso al credito. Sostituendo al concetto di ‘difficoltà’ quello di ‘sviluppo’ e a quello di ‘emergenza’ quello di ‘supporto’. È quanto è emerso oggi alla tavola rotonda organizzata da Cofiter, in FICO, su ‘Solidità innovazione connessione. La nostra missione a favore delle imprese e delle banche’, moderata da Ilaria Vesentini de Il Sole 24 Ore. Un concetto, “missione”, che come ha rimarcato il Presidente, Marco Amelio nel saluto iniziale, implica «un modo di intendere le politiche economiche e finanziarie». E che nella concretezza, come ha sintetizzato Roberto Gaido, responsabile Area Sviluppo Cofiter, si traduce «nella concessione, da parte di Cofiter, della garanzia fino all’80 per cento, in accordo con le banche. In questo modo – ha declinato – le imprese, anche le più piccole, supportate dai nostri servizi di consulenza, possano investire, quindi crescere, oltre che assumere, creando occupazione». Da Barbara Arbizzani, responsabile Marketing e Comunicazione Cofiter, la presentazione di una piattaforma deputata «all’inserimento e all’incrocio di tutte le informazioni. Indispensabile per rendere più fluida l’analisi dei vari soggetti coinvolti nella gestione delle richieste di accesso al credito». Una fase di avvio che convince anche la Regione, che pure – per voce di Angela Soverini, Servizio Sviluppo – ha ammonito sulla necessità di evitare cortocircuiti e sovrapposizioni di competenze; e le banche presenti al tavolo (Banca del Mezzogiorno Medio Credito Centrale, con Luca La Ragione; BCC di Roma, con Gennaro Romano; Unipol, con Vittorio Rizzo) secondo cui all’unanimità «l’accordo col cliente non può più essere solo sul tasso ma sulla conoscenza di quanto le istituzioni mettono a disposizione per il business. Aiutando l’imprenditore a fare analisi che autonomamente non fa». E se i risultati si vedranno nei prossimi mesi, e inevitabile sarà la necessità di rivedere il ruolo degli intermediari, tra cui i Confidi, «l’aver lavorato negli ultimi anni sulla differenziazione dei servizi per avere un valore da trasferire alle banche – ha sottolineato Gaido – ci trova oggi pronti grazie all’attuazione di un cambio di mentalità, per cui ci siamo posizionati sul bisogno, anche latente, delle imprese. E forniamo sia garanzia che servizi». Un aspetto confermato dal Dg, Marco Barbero, nell’illustrazione delle strategie del prossimo triennio.
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